Antropologia del turismo
PERCORSI VIRTUOSI DI OSPITALITA' DIFFUSA
E SALVAGUARDIA DELL'AMBIENTE - di Francesco Marangon
Il XXIV Seminario internazionale sulle nuove professionalità
dell'Istituto Regionale di Studi Europei del Friuli Venezia Giulia è
dedicato a quello che da più parti viene indicato come il più
importante e dinamico comparto economico planetario: l'"industria" dei
viaggi e del turismo. Se nei primi anni di questo terzo millennio gli
arrivi di turisti internazionali hanno raggiunto la ragguardevole quota
di 700 milioni di unità , il WTO (World Tourism Organization) ha
previsto che si giunga al miliardo di arrivi nel 2010 e ad oltre 1,5
miliardi nel 2020.
L'Europa ed il nostro Paese svolgono da sempre un ruolo di primo piano,
ma si stanno sempre più confrontando con aree emergenti che dimostrano
una crescente capacità attrattiva e possono determinare situazioni
critiche nell'economia turistica del Vecchio Continente.
Le istituzioni e gli operatori economici del Friuli Venezia Giulia
stanno oggi concentrando sforzi significativi per inserire questo
"piccolo compendio dell'universo" nella ricordata corrente evolutiva
del turismo internazionale e domestico, con un'immagine ed
un'impostazione rinnovate e adeguate alle nuove tendenze. Il tema
cruciale rimane però quello di individuare subito e con chiarezza gli
obiettivi e gli strumenti per lo sviluppo turistico del territorio
regionale.
Il Seminario dell'Irse vuole pertanto convogliare a Pordenone un
variegato insieme di esperienze italiane ed estere per porre a
confronto, nel concreto del loro realizzarsi, percorsi virtuosi di un
turismo che vuole andare oltre i fenomeni di massa, per far leva sulla
"curiosità per il territorio" che oggi si dimostra scelta vincente per
molti aspetti.
Non a caso Duccio Canestrini, antropologo e scrittore, attento
osservatore del fenomeno turistico, nel suo Non sparate sul turista
(Bollati Boringhieri, 2004) prospetta due scenari per il turismo
prossimo venturo: da un lato quello del "turismo militarizzato", ossia
blindato, sorvegliato, iperprotetto da un'ossessione per la sicurezza;
dall'altro quello del "turismo permeabile" ovvero un community based
tourism che fa leva sull'ospitalità dell'intera comunità e che è
integrato con la quotidianità "nostra" quando accogliamo e "loro"
quando visitiamo.
Questa visione è stata per certi versi assunta come chiave di lettura
nell'organizzazione del Seminario che vuole, infatti, approfondire un
turismo che, in generale, possiamo definire "sostenibile", ossia in
grado di favorire la tutela dell'ambiente, creando allo stesso tempo un
flusso significativo di risorse finanziarie per le aree e per le
comunità da esso "permeate".
Gli impatti negativi sull'ambiente visitato, inteso in senso lato
(naturale, socio-culturale, economico), devono essere resi minimi, così
come devono e possono essere spinti al massimo gli impatti positivi.
Un turismo, quindi, non più legato a pochi periodi, concentrati
nell'arco dell'anno, né a pochi luoghi (mare e neve) e che richiede
un'offerta di prodotti turistici più diversificata e qualificata.
Le considerazioni fin qui riassunte fanno risaltare almeno due
prospettive di lavoro, affrontate anche nel Seminario: l'urgenza di
affiancare alla promozione turistica del territorio un efficace
programma di adeguamento quali-quantitativo delle strutture di
accoglienza, nel senso più ampio e diversificato; la necessità di
generare condizioni favorevoli per momenti formativi che giungano a
creare nuove competenze e professionalità organizzative, in grado di
tradursi "" almeno in alcuni casi - in capacità imprenditoriali
innovative e vincenti.
Le tante voci di questo XXIV Seminario ci offriranno senza dubbio
spunti di riflessione e, nello stesso tempo, ci porranno di fronte ad
interessanti esempi di realizzazioni concrete, in grado di far
risaltare la fattibilità di proposte innovative e vincenti per un
turismo moderno, sostenibile e preziosamente curioso.