Antropologia del turismo

9 lug 2020

Antropologia del turismo

PERCORSI VIRTUOSI DI OSPITALITA' DIFFUSA
E SALVAGUARDIA DELL'AMBIENTE - di Francesco Marangon

Il XXIV Seminario internazionale sulle nuove professionalità dell'Istituto Regionale di Studi Europei del Friuli Venezia Giulia è dedicato a quello che da più parti viene indicato come il più importante e dinamico comparto economico planetario: l'"industria" dei viaggi e del turismo. Se nei primi anni di questo terzo millennio gli arrivi di turisti internazionali hanno raggiunto la ragguardevole quota di 700 milioni di unità , il WTO (World Tourism Organization) ha previsto che si giunga al miliardo di arrivi nel 2010 e ad oltre 1,5 miliardi nel 2020.

L'Europa ed il nostro Paese svolgono da sempre un ruolo di primo piano, ma si stanno sempre più confrontando con aree emergenti che dimostrano una crescente capacità attrattiva e possono determinare situazioni critiche nell'economia turistica del Vecchio Continente.
Le istituzioni e gli operatori economici del Friuli Venezia Giulia stanno oggi concentrando sforzi significativi per inserire questo "piccolo compendio dell'universo" nella ricordata corrente evolutiva del turismo internazionale e domestico, con un'immagine ed un'impostazione rinnovate e adeguate alle nuove tendenze. Il tema cruciale rimane però quello di individuare subito e con chiarezza gli obiettivi e gli strumenti per lo sviluppo turistico del territorio regionale.
Il Seminario dell'Irse vuole pertanto convogliare a Pordenone un variegato insieme di esperienze italiane ed estere per porre a confronto, nel concreto del loro realizzarsi, percorsi virtuosi di un turismo che vuole andare oltre i fenomeni di massa, per far leva sulla "curiosità per il territorio" che oggi si dimostra scelta vincente per molti aspetti.

Non a caso Duccio Canestrini, antropologo e scrittore, attento osservatore del fenomeno turistico, nel suo Non sparate sul turista (Bollati Boringhieri, 2004) prospetta due scenari per il turismo prossimo venturo: da un lato quello del "turismo militarizzato", ossia blindato, sorvegliato, iperprotetto da un'ossessione per la sicurezza; dall'altro quello del "turismo permeabile" ovvero un community based tourism che fa leva sull'ospitalità dell'intera comunità e che è integrato con la quotidianità "nostra" quando accogliamo e "loro" quando visitiamo.
Questa visione è stata per certi versi assunta come chiave di lettura nell'organizzazione del Seminario che vuole, infatti, approfondire un turismo che, in generale, possiamo definire "sostenibile", ossia in grado di favorire la tutela dell'ambiente, creando allo stesso tempo un flusso significativo di risorse finanziarie per le aree e per le comunità da esso "permeate".
Gli impatti negativi sull'ambiente visitato, inteso in senso lato (naturale, socio-culturale, economico), devono essere resi minimi, così come devono e possono essere spinti al massimo gli impatti positivi.

Un turismo, quindi, non più legato a pochi periodi, concentrati nell'arco dell'anno, né a pochi luoghi (mare e neve) e che richiede un'offerta di prodotti turistici più diversificata e qualificata.
Le considerazioni fin qui riassunte fanno risaltare almeno due prospettive di lavoro, affrontate anche nel Seminario: l'urgenza di affiancare alla promozione turistica del territorio un efficace programma di adeguamento quali-quantitativo delle strutture di accoglienza, nel senso più ampio e diversificato; la necessità di generare condizioni favorevoli per momenti formativi che giungano a creare nuove competenze e professionalità organizzative, in grado di tradursi "" almeno in alcuni casi - in capacità imprenditoriali innovative e vincenti.
Le tante voci di questo XXIV Seminario ci offriranno senza dubbio spunti di riflessione e, nello stesso tempo, ci porranno di fronte ad interessanti esempi di realizzazioni concrete, in grado di far risaltare la fattibilità di proposte innovative e vincenti per un turismo moderno, sostenibile e preziosamente curioso.