Dal turismo di consumo al turismo attento
Il turismo è al contempo un girotondo d'anime e un'industria in
crescita. Una preziosa occasione di fare nuove esperienze e un
importante fattore di sviluppo locale. Nelle Alpi, la domanda di valori
da parte dei turisti è soprattutto - anche se non esclusivamente -
domanda di natura e di storia locale. Eppure la spontaneità delle
popolazioni ospitanti può essere minacciata proprio da un
incontrollato dilagare dell'attività turistica. Il turismo è in grado
di propiziare incontri felici e di generare crescita economica,
ma può, come un germe, causare notevoli problemi ambientali e
sociali. Paradossalmente, insomma, il turismo può distruggere il
turismo. Si pone quindi un problema di equilibrio: occorrono giusti
limiti, occorre maggiore consapevolezza. Non per nulla la Conferenza
mondiale di Rio de Janeiro (sono passati tredici anni!) auspicava
che lo sviluppo diventasse "sostenibile". Oggi è chiaro che per
poter godere delle opportunità di scambio umano, di reddito e di
occupazione derivanti dallo sviluppo turistico è necessario rendere il
turismo un elemento di valorizzazione e non di consumo della qualità
dei territori.
Nella prima metà dell'Ottocento, il ginevrino Rodolphe Tà¶pffer
(scrittore, artista, camminatore, umorista, educatore) pubblicò a più
riprese i suoi Voyages en Zigzag attraverso le Alpi. Erano escursioni a
piedi, in compagnia dei suoi scolari, ai quali Tà¶pffer impartiva
lezioni di vita "" e d'incontro - lungo il cammino. Il turismo, la
Svizzera, il mondo, un secolo e mezzo dopo hanno le stesse ambizioni e
gli stessi bisogni. Lasciare spazio alla curiosità . Inerpicarsi lungo
sentieri e
pensieri altrettanto ripidi. Vagabondare attratti dalla bellezza dei
luoghi e dalla profondità delle culture. Viaggiare a zigzag significa
farlo in maniera aperta, anche agli imprevisti. La vita stessa non è
lineare né ammette itinerari prefissati. Bruschi cambi di direzione,
lungo il cammino, sono spesso scelte di libertà e di
responsabilità .