Ecoturismo profondo

9 lug 2020

Ecoturismo profondo

Antologia di saggi sull'ecoturismo. Per la prima volta associazioni, cittadini, antropologi, insegnanti, ricercatori, amministratori e operatori turistici affrontano insieme il tema del turismo intelligente e consapevole. Grazie al lavoro dell'associazione trentina Tremembè è stato raccolto in questo libro il ricco percorso di contributi e di esperienze seguito al convegno "Zigzag: happening sul turismo consapevole". Ne è uscita una proposta collettiva per passare dal pionierismo delle buone intenzioni alla pianificazione di progetti concreti.

Le tre sezioni in cui è stato suddiviso il materiale raccolto collegano infatti l'aspetto culturale alle pratiche di turismo sostenibile in Italia e all'estero, ai percorsi di educazione al viaggio nelle scuole. Proposte e pratiche concrete che oggi coivolgono sempre più soggetti della società civile, dalle ong ai sindacati, dalle agenzie di viaggio alle botteghe del commercio equo, dalle amministrazioni alle istituzioni scolastiche.

Il fatto che si vadano affermando più modi di viaggiare, più "turismi", rappresenta quel segnale di cambiamento che questo libro vuole testimoniare; rappresenta la possibilità che il viaggio diventi una crescita di consapevolezza attraverso gli incontri umani e la natura. In ciò sta la lo spirito di un "ecoturismo profondo", fattore di speranza per l'ambiente e per la pace.


Dall'introduzione

Zigzagare non è male. Bisogna dirlo, una buona volta, fugando i sospetti che non sia proprio il massimo dell'andatura. Chissà . Forse a causa della retorica dei percorsi rettilinei. Rigare dritto, verso la meta! Ma quale meta? Credo si tratti dello stesso ordine, o disordine, di idee caratteristico dei popoli sedentari, una mentalità che ci ha portati ad assimilare l'errore all'erranza, e quindi a guardare con qualche sospetto gli ambulanti. A meno che costoro, nel loro vagare, non compiano un giro, un tour, diventando così turisti a pieno titolo. Zigzagare è una delle tecniche di ascesa: serve a spezzare la ripidità della salita. Ed è più o meno dal Mesolitico che in montagna si sale a zigzag. Più in generale, zigzagare in terra incognita, oltre a essere inevitabile, è una modalità esplorativa che permette di conoscere, anzi, vorrei dire di sentire il territorio. La vita stessa non è lineare. Nel lavoro, nell'amore, nell'impiego del cosiddetto tempo liberato, bruschi cambi di direzione sono spesso inevitabili e auspicabili. A volte, sono scelte  di libertà e di consapevolezza..."