Occorre distinguere le diverse nature dei cosiddetti falsi antropologici, che comprendono sia gli scritti pseudo-etnografici relativi a popoli che non esistono, sia gli scritti etnografici con falsità su popoli e culture che esistono. Senza dimenticare le pure invenzioni letterarie a sfondo antropologico, spesso comiche e grottesche. In ogni caso pregiudizi e forzature esasperano i pregi e i difetti, portando ora all’idealizzazione ora al discredito dei popoli considerati. C’è chi l’ha chiamata antropologia immaginaria, o fantastica, certo questo genere è stato anche moralizzato. Perché non basta che la diversità umana sia inventata, ma di norma deve servire a dimostrare qualcosa. Una panoramica di abbagli, provocazioni e forzature, da Montesquieu a Margaret Mead, da cui si evince che gli “impostori” siamo tutti noi, ossessionati dal mito dell’autenticità.
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