Ticino7, 30 marzo 2017
Omosessualità. Anche detta, scanzonatamente, gaiezza. Per alcuni parlarne e accettarla è normale, addirittura sfondare una porta aperta, per altri invece è ancora un tabù. Indubbiamente la sua storia è caratterizzata dalle discriminazioni e dalle persecuzioni. L’antropologia medica dell’Ottocento la considerava una temibile deviazione (come se l’omosessualità mettesse in pericolo la sopravvivenza dell’umanità) e sotto tutte le dittature i gay sono stati ospedalizzati o incarcerati.
Accampare ragioni mediche e biologiche non è scientifico. Se i comportamenti omosessuali, sia maschili che femminili, fossero “contro natura” la natura li avrebbe semplicemente eliminati. Invece ricorrono in molte specie animali, inclusi insetti, orsi, gufi, scimmie e salmoni. L’etologo Giorgio Celli dedicò all’omosessualità tra gli animali un bel libro mezzo secolo fa. E il grande zoologo Danilo Mainardi, recentemente mancato, lo ha ribadito: “Esiste una sessualità (o presunta tale) non riproduttiva, che può essere selezionata favorevolmente perché svolge altre funzioni utili alla sopravvivenza”.
Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, l’omosessualità non è una malattia. Secondo l’antropologia culturale è solo un diverso orientamento affettivo e sessuale, che in certe culture e in certe forme viene accettato, in altre no. Tra i Ciukci siberiani e i Dayak del Borneo, per esempio, è normale e diffusa. Per gran parte delle tribù di indiani d’America essere omosessuale era una benedizione, poiché significava essere fuori da questo mondo. Grazie alla loro doppia natura, gli omosessuali erano chiamati “due spiriti”, davano consulti medici e spirituali, ed erano altamente considerati. Qualsiasi guerriero poteva praticare sesso con lo “sciamano gay”, senza che il suo ruolo di marito né la sua virilità fossero messi in discussione (analogamente a quanto accadeva nell’antica Grecia).
Sin dagli anni ’70 la American Anthropological Association ha incoraggiato la ricerca etnografica su questo tema. Le nostre categorie, infatti, sono relative: esistono casi di omosessualità ritualizzata, simulata, imposta, tradizionale, sacralizzata. Insomma, c’è di tutto. Il filosofo e studioso di storia delle religioni Elémire Zolla scrisse dell’omosessualità con interesse e rispetto, in termini di “esperienza della completezza”.
Ciascuno ha diritto a pensarla come crede, ma nel rispetto delle opinioni e delle pratiche, nonviolente, degli altri. A ben vedere non c’è necessità di agitare fantasmi: l’omosessualità c’è sempre stata e sempre ci sarà. Se l’umanità dovesse sparire dalla faccia della Terra ne saranno probabilmente causa conflitti e malattie, più che amori e amplessi stravaganti.
BOX1 Berna, telefono amico
LGBT è una sigla utilizzata come termine collettivo per riferirsi a persone Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transgender. Accade anche in Svizzera che le persone siano vittime di violenza a causa del loro orientamento sessuale. Spesso, però, si vergognano, non denunciano il fatto o pensano che sia “colpa” loro. L’associazione Lgbt svizzera Pink Cross ha lanciato una hotline per denunciare gli atti di violenza omofobica. L’intento della “Lgbt Helpline Svizzera” è quello di dare sostegno alle vittime e di tenere traccia dei reati di questo tipo. Finora, infatti, non sono registrati separatamente come avviene, per esempio, per la violenza domestica e non è quindi possibile conoscere quale sia la portata, in Svizzera, della violenza basata sull’orientamento sessuale.
BOX2 Il Chi è Chi
I due volumi di Who's Who in gay & lesbian History di Robert Aldrich e Garry Waterspoon raccolgono ed elencano più di cinquecento celebrità gay dall’antichità ai giorni nostri. Si tratta del più vasto repertorio biografico di omosessuali famosi mai pubblicato. Posto che, detto tra noi, abbia senso un elenco di persone gay. Si va dal poeta greco antico Anacreonte (V secolo a.C.) allo scrittore medievale Brunetto Latini, dallo scrittore di fiabe Hans Christian Andersen al poeta Lord Byron. Tremendo il caso Alan Turing, matematico geniale che morì suicida, costretto ad assumere ormoni per “curarsi” (consigliato il film dedicato alla sua vita: The Imitation Game). Nel mondo dello spettacolo, tra attori e cantanti, spicca per autoironia Paolo Poli (1929 – 2016) che non ha mai fatto coming out, perché non ha mai finto di essere eterosessuale.