Scritti

Managers e magia

1 gen 2021

Parliamo di azienda, rituali, antropologia,

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Managers e magia

Un'opera umoristica, che ci azzecca parecchio. Questo libro mette a nudo due verità. Prima di tutto i dirigenti, o capi chiamiamoli come vogliamo, sono esseri irrazionali. In secondo luogo sussistono precise analogie fra il loro comportamento e quello degli uomini appartenenti alle società primitive dominate dalla ritualità e dalla superstizione. Comunità dove regnano forze inconsulte e misteriose che generano incertezza e timore.
Ascoltate ciò che dice un qualsiasi dirigente in qualsiasi tipo di azienda, in qualsiasi parte della civiltà manageriale, quando si trova a dover muovere una critica nel corso di una riunione. "Non è una cattiva idea, specialmente per quando concerne... Ma non sono completamente d'accordo...". Il frasario cambia, ma il concetto resta sempre lo stesso.  Il dirigente sa che ogni critica deve essere sempre preceduta da un apprezzamento, perché il dissenso minaccia la pace e mette in pericolo lo spirito di équipe di cui si immagina che ogni azienda debba andare fiera. Un tabù in diverse culture. I tallensi del Ghana, per esempio, credevano che la loro terra non avrebbe potuto prosperare se ogni cittadino non fosse stato in pace al momento delle grandi festività religiose. In Pattern of culture (trad. it. Modelli di Cultura) l'antropologa Ruth Benedict descrive il consiglio degli indiani zuni e fa un quadro che potrebbe essere quello di un consiglio di amministrazione: i capi non devono mai provare ira o disgusto, nulla verrà loro sottoposto che non sia certo di ottenere il loro consenso. Quando i karimojong dell'Africa orientale si radunano per i rituali della successione nessuno deve rubare, fare rumore, o ravvivare antichi rancori chiedendo il pagamento dei debiti (Lucy Mair, Primitive Govegnement).Interessanti anche i capitoli sui "fantasmi dei licenziati" e sulle cerimonie che accompagnano i pensionamenti.