Non ti arrabbiare, non ti conviene
L'Adige, 24 luglio 2022
Nei giorni scorsi all’aeroporto di Torino è comparso questo avviso: “Se in aeroporto o in volo ti comporti in modo aggressivo e indisciplinato, andrai incontro a gravi conseguenze”. Segue un elenco di possibili denunce, divieti e spese. Ohibò, se le cose si mettono male è vietato arrabbiarsi.
Il mondo dei viaggi quest’estate rasenta il Far West, la parola “incubo” è la più ricorrente nei travel blog e nei diari dei viaggiatori. Da una parte c’è un’oggettiva difficoltà di gestione della massa di turisti negli snodi dei trasporti e quindi un aumento dei disagi; dall’altra abbiamo tutti una maledetta fretta di andare, di arrivare, non siamo abituati agli imprevisti. Viviamo il tempo rubato alla vacanza come un oltraggio. Ogni ostacolo alla nostra tabella di marcia pare intollerabile e ci fa dare in escandescenze.
Quando ho visto il cartello dell’aeroporto di Torino che sconsiglia vivamente ai turisti di andare in collera, minacciando ritorsioni, mi è venuto in mente il ritornello di un vecchio spot televisivo degli anni Sessanta: “Non ti arrabbiare, non ti conviene”, di cui era protagonista l’attore Ernesto Calindri. Si trattava della pubblicità di un amaro a base di carciofo, depurativo del fegato, che prometteva calma e temperanza in tempi di traffico caotico e di “logorio della vita moderna”.
L’ira è una vecchia storia. L’incipit della famosa e controversa traduzione italiana dell’Iliade fatta da Vincenzo Monti “Cantami o diva del Pelìde Achille l’ira funesta …” per i puristi ha il difetto di non iniziare proprio con la parola ira, così come risulta invece in lingua greca originale. Perché di questo stiamo parlando: quando, come e perché ci si incavola. Banale dire che non ci fa bene, ma è possibile evitarlo? Di più, è una questione di carattere o è una questione culturale? Come sempre, si tratta di un mix di predisposizioni individuali, cause remote e convenzioni sociali, che in momenti di stress possono generare lo scoppio.
Per i greci, come per noi, esistevano diverse forme e gradi di rabbia, di stizza e di rancore; la collera di Achille, per esempio, è μῆνις (mènis), una forma di ira inasprita dal tempo, che resiste a qualsiasi tentativo di riconciliazione. In effetti, povero Achille, prima gli viene rapita l’amata schiava Briseide, poi gli ammazzano l’amico Patroclo, insomma quando è troppo è troppo. Ora si converrà che la cancellazione di un volo, a confronto, è poca cosa. Ma giudicare dall’esterno è sempre facile, se non si conoscono le circostanze.
La rabbia è un'emozione ancora poco studiata. Secondo la psicoterapia corporea nota come bioenergetica esprimere la rabbia, anziché trattenerla, è giusto e importante: naturalmente canalizzandola e sfogandola in modo da non nuocere ad alcuno (calci al materasso?).
Sicuramente una mente arrabbiata è una mente limitata, ma la rabbia ha spesso ragioni che travalicano la mente, è una reazione a eventi scatenanti come la delusione, la frustrazione o un insulto. Proprio così si intitola, per esempio, il film del regista Ziad Doueiri, "L'insulto", ambientato a Beirut, dove la rabbia dei protagonisti, un meccanico libanese e un ingegnere palestinese, scoppia per un “cane!” (ma possibile?, ancora un’offesa, quando sappiamo che come dice Snoopy il mondo sarebbe un posto migliore se la gente avesse il cuore di un cane). In realtà quel rancore ha origini remote, nella cronaca e nella tormentata storia del Medioriente. Un pesante retaggio di pregiudizi reciproci e di odio etnico, di cui persone e popoli faticano a liberarsi.
Grazie dunque per il cortese avviso dell’aeroporto torinese a cura dell’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile, il quale per il bene delle nostre coronarie e del nostro portafoglio ci raccomanda di placare i bollenti spiriti. Anche se il costo del biglietto è quasi raddoppiato, se siamo in viaggio per Amsterdam ma la valigia te l’hanno mandata a Tenerife, se il personale è stressato e non sa darti risposte sul ritardo del volo, se guardi speranzoso il tabellone e capisci che no, questa volta resterai proprio a terra. Self control in perfetto stile inglese. Temperanza da bravi cristiani. Accettazione e serenità come insegnano i buddisti. Calma e sangue freddo, da perfetti rettiliani.