Scatti coatti. Considerazioni semiserie sulla foto turistica
"Scatti coatti" è un divertente picture show commentato dal vivo.
Nell'affrontare tic e manie dell'homo turisticus, varietà kodakromo, è
inevitabile domandarsi da dove nasca la "costrizione" a scattare
fotografie, ovvero quei souvenir che ci sentiamo in dovere di produrre.
E' significativa, a questo proposito una frase di Italo Calvino: basta
che cominciate a dire di qualcosa "Ah che bello, bisognerebbe proprio
fotografarlo!" e già siete sul terreno di chi pensa che tutto ciò che
non è fotografato è perduto.
Alcuni temi illustrati nell'incontro:
l'esperienza da inviato del mensile geografico "Airone" tra gli anni
Ottanta e Novanta. Grandi viaggi con grandi fotografi. Il "dietro le
quinte" della vita di redazione in una rivista illustrata. Fotografare
l'Altro: gli albori etnografici e l'antropologia del turismo. Per
finire con l'intramontabile rito della foto in vacanza.
Certo
esistono una coazione a scattare, un uso talvolta aggressivo
dell'obiettivo, un collezionismo d'immagini-cartolina... Ma aldilà
dell'hobby (costoso) e del supplizio inferto agli amici nelle sere
invernali con troppi caricatori di diapositive (oggi da digitale a
monitor), scattare è anche vedere le cose. Un modo di ragionare sui
dettagli, di rappresentare liberamente - forse non
la, ma - una verità .