Terra da salvare con urgenza

9 lug 2020

Terra da salvare con urgenza

L'Adige
24 luglio 2019

 

C’è un uomo che passa la notte nei pressi della stazione ferroviaria, in un giaciglio di fortuna. Di giorno si trascina ingobbito, sotto il sole. Beve. Blatera a vanvera, dice a tutti, in dialetto, che el’g’ha la dona foravia en Australia, ma il giorno dopo el g’ha la dona foravia en Canada. E oggi forse ce l’ha foravia sulla luna. Non so cosa significhi per lui questo aggancio virtuale, forse una relazione legittimante, forse una femminilità che ritiene salvifica. Non lo conosco ma lo tengo d’occhio, perché l’ho visto declinare velocemente; è facile di questi tempi scendere dalla giostra nel momento e nel posto sbagliato, rimanere ai margini, precipitare dalla piattaforma dei produttivi e dei presentabili. Basta perdere un lavoro, una casa, un amore.

 

Siamo una specie animale (con un misterioso quid in più) che Darwin direbbe di successo, siamo andati sulla luna ma non riusciamo ancora a  risolvere problemi fondamentali. Per esempio, non siamo ancora capaci di attivare un sentimento semplice come quello della solidarietà. La disuguaglianza economica e sociale aumenta e chissenefrega. Secondo l'ultimo rapporto Oxfam (Oxford Committee for Famine Relief)  l’82% dell’incremento di ricchezza globale finisce nelle casseforti dell’1% della popolazione, tre miliardi e settecento milioni di persone, metà della popolazione mondiale, vivono in povertà. Siamo andati sulla luna ma 45 nazioni hanno muri di confine per arginare la mobilità: non di coloro che per un grottesco malinteso  vengono definiti disperati, ma di coloro che invece migrano perché hanno ancora speranze. Il Mediterraneo è grande come uno stagno, in scala planetaria, eppure a migliaia vi affogano per mancanza di mezzi. Siamo andati sulla luna, ma le nostre foreste tropicali bruciano, dall'Amazzonia al Borneo (e le volute di fumo sono visibili persino dalle stazioni spaziali); una follia, perché soltanto gli alberi possono assorbire l'enorme quantità di anidride carbonica che la nostra specie produce, bruciando petrolio. Mentre fa finta che il riscaldamento globale non sia dovuto alle nostre attività di "virus con le scarpe" sulla superficie terrestre.
Qualcuno eufemisticamente definirebbe tutto ciò "criticità". Molti, anche in Trentino rimangono a dir poco perplessi di fronte a quello che sembra essere un mondo alla rovescia: chi prodiga aiuti con associazioni umanitarie viene criminalizzato, l'orso e i lupi non devono comportarsi da selvatici, le nostre meravigliose montagne sono diventate chiassose, per ragioni di mercato, l'ecologia è roba da allarmisti se non da terroristi.
L'antidoto a tutto questo esiste, ed è la curiosità per le cose del mondo, l'informazione, i viaggi di studio, l'impegno sociale, la cultura. Cioè quelle cose che oggi vengono derise come inutili sfizi e sfarzi da professoroni. O come illusioni di una ragazzina svedese strumentalizzata da chissà quali forze oscure. A volte penso che il degrado populista e neomenefreghista sia iniziato con quella formuletta dilagante che recitava "non solo...": non solo danza, non solo teatro e così via, come dire che poi naturalmente ci sarebbe stato anche da mangiare. Perché questi sono tempi di panza, più che di "luna in ciel, dimmi che fai": orgoglio dell'ignoranza, interminabili discussioni sul cibo valorizzato come bene rifugio, dopo il naufragio degli ideali, elogio delle parti basse, che sono le più vere ed eloquenti, alla faccia delle "anime belle" che vorrebbero un mondo migliore per tutti.
Certo che passerà. Sono corsi e ricorsi della storia, forse questo è soltanto il basso della sinusoide; e sarebbe bello che lo fosse anche per il poveraccio che dorme alla stazione e ha la fidanzata sulla luna.
L'anno scorso è mancato l’astrofisico inglese Stephen Hawking, fra i più influenti scienziati del mondo, famoso per i suoi studi sull'origine dell'universo. Prima di morire Hawking ha lanciato un ultimo inquietante messaggio all’umanità. Potrebbe essere un nuovo virus, il riscaldamento globale, una guerra nucleare, un’intelligenza artificiale che prende il sopravvento... dobbiamo sfruttare la nostra intelligenza, prepararci a lasciare la Terra, e cominciare a colonizzare altri pianeti, prima del disastro. La luna è meravigliosa e Stephen Hawking era un genio. Ma con tutto il rispetto per la sua grande intelligenza, forse dobbiamo cominciare a preoccuparci per le sorti del nostro bel pianeta, la Terra.

 

Uploads/20190725091632.pdf