l'Adige 15 febbraio 2021
Sai cosa ti dico? Non vedo l'ora di andare, appena possibile parto. Ma quando si potrà tornare a viaggiare? La differenza tra il virus e noi umani è che il virus non si è fatto domande, ha viaggiato e basta. Noi, invece, a distanza ormai di un anno siamo ancora fermi ai blocchi di (ri)partenza, con una gran voglia di cambiare panorama, almeno per qualche giorno. Salvo naturalmente chi ha scoperto che casa è dolce casa. Ma anche la dolcezza alla lunga può dare la nausea. Fateci evadere anche dentro uno scafandro, anche con la corsa a ostacoli dei test, dei controlli, delle cautele e delle quarantene.
Come non comprendere chi scalpita? Dopo ordinanze di segregazione e decreti di restrizione, scorpacciate serali di video su YouTube, Zoom e un bel po' di webinar, siamo comunque andati in crisi d'astinenza. Perché il turismo virtuale, inteso come navigazione in rete, è un surrogato dell’esperienza, quella vera, fatta con i cinque sensi. A certe limitazioni ci siamo abituati, ad altre no. Continuiamo a sognare, aspettando il via libera. Le precauzioni e l'incertezza, persistono ma questo 2021 è l'anno in cui si ricomincia a viaggiare. In sicurezza, non ancora in massa.
Un fenomeno interessante è quello del revenge travel, una locuzione inglese che si può tradurre con viaggi di rivincita, o anche con turismo di rivalsa. La sostanza è questa: ci hanno tenuti in gabbia (e qui un pensiero solidale va ai poveri orsi detenuti a Casteller), ma quando apriranno le porte ci sfogheremo. La logica è analoga a quella di altri comportamenti di compensazione, come quando si parlò di revenge spending a proposito di una classe sociale di cinesi che, appena usciti dalla miseria, si davano a spese consistenti, anche voluttuarie.
E qui, parlando di denaro, cominciano i problemi. L'emergenza Covid-19 come sappiamo ha paralizzato diverse attività lavorative, impoverendo la società in generale. Andare in vacanza è bellissimo, ma non tutti possono permetterselo, questo già prima del 2020, figuriamoci ora. Dunque per molte persone la priorità oggi non sono i viaggi, ma tirare avanti, lavorare e pagare il mutuo o l’affitto.
In secondo luogo, i viaggi di rivalsa, cioè i turismi compulsivi, è probabile che siano incuranti e insostenibili, per l'impatto che hanno sull'ambiente. Come ha osservato lo scrittore esperto di alpinismo Enrico Camanni "L'emergenza è una pessima consigliera: è impossibile cambiare un sistema se prima non si è pensata e condivisa una riconversione". E Camanni lo ha dichiarato dopo aver trovato una quantità di mascherine usate e poi gettate sui prati di montagna del suo amato Piemonte. Ripartire va bene, ma non come prima. Lo si è detto e ripetuto, ma la cura per le relazioni e per l'ambiente è davvero la via che stiamo intraprendendo?