E' il 2 agosto. Gli amici sono già partiti. Rimanere in città sarebbe sconveniente e contro natura: migrare è il destino degli gnu. Dopo aver consultato qualche dépliant turistico, decide di rivolgersi a un'agenzia, dove viene brutalizzato per la sua intempestività. Accetta così l'ultimo scampolo di viaggio a Sharm el Sheik, prendere o lasciare.
A casa, alla faccia di Barbara, prepara la valigia finalmente come vuole lui. Ma viene interrotto dalla telefonata di un'amica, Martina, con la quale non vuole fare la figura di partire da solo. Sicché inventa una balla.
A Sharm el Sheik imperversano due tormentoni: la storia del faraone Ramses, e la Macarena. Refrattario a entrambi, non può neanche prendere il sole, essendo rosso di capelli e di carnagione lattea. A questo punto l'Urlo poetico di Allen Ginsberg - manifesto della "generazione bruciata" americana - viene parodiato e stravolto per diventare un'ironica invettiva in versi contro l'attuale "generazione abbronzata". Non resta che la fuga dal villaggio turistico, per seguire la via della vacanza intelligente: con i beduini, in un'oasi del Sinai. E le cose vanno anche peggio, perché si becca una diarrea micidiale. Tutti gli aspetti della diarrea vengono descritti con dovizia di particolari: la fisiologia della diarrea, la psicologia della diarrea, scopriamo persino una sociologia della diarrea.
Al ritorno, in piena sindrome da rientro, il nostro è accolto dai soliti discorsi sulle vacanze, per i quali ha ormai sviluppato un'intolleranza assoluta, e viene invitato a casa di Martina. Cous-cous in piedi (piccantissimo), e un arsenale di caricatori pieni di diapositive. Sorpresa, c'è anche Barbara. La quale dice di essersi fatta finalmente una vacanza ai Caraibi, tutta sole sabbia sesso. E' il colmo. Mentre scorrono le diapositive, accompagnate da iperbolici e stucchevoli commenti, cresce la puzza. "Mi sono viaggiato addosso! Vi siete viaggiati addosso! Ci siamo viaggiati addosso!".