Viva le vacanze! L'evasione turistica

4 lug 2020

Viva le vacanze! L'evasione turistica

Mare, montagna, città d'arte, avventure tropicali... Dove si va in vacanza è un argomento di conversazione cui pochi resistono. Perché si viaggia, invece, è una domanda che raramente ci si pone. Come mai? Ciascuno ha i propri motivi, evidentemente. Ma la mobilità ludica, nella società contemporanea,  è generata da vissuti abbastanza comuni. La vita di tutti i giorni, la routine, il lavoro, la famiglia, le regole del nostro distretto produttivo. "Che stress!", quante volte lo diciamo e lo sentiamo dire? I ritmi che stancano producono la voglia di staccare. Questo è il punto, a prescindere da ogni decisione sulle destinazioni, sui luoghi, sul dove.

E' come se avessimo tutti accettato il gioco di una normale oppressione sulla nostra pelle, compensata però dalla acquisizione di una capacità di spesa che ci dà l'illusione della libertà . Sembra quasi che comprare oggetti, merci, servizi (e quindi consumare le destinazioni turistiche) possa guarirci da uno stile di vita perverso. Il male di fare e di correre, ciascuno dentro la propria gabbia. Con il costante desiderio di cambiare aria. E' un'istanza profonda, che naturalmente la pubblicità cavalca: non soltanto quella ideata dagli enti turistici per attirare flussi di clienti, ma anche quella delle automobili e dei liquori. Cambiare, evadere, liberarsi, godere.

"Appena hanno qualche giorno di libertà , gli abitanti dell'Europa occidentale si precipitano all'altro capo del mondo, attraversano in volo metà globo, si comportano letteralmente come evasi dalla galera", ha scritto Michel Houellebecq, in un romanzo scandalo intitolato Piattaforma (Bompiani, 2001). E nel momento in cui ci mettiamo in viaggio torniamo un poco esploratori. Anche se non si tratta di una vera e propria spedizione, né di una diserzione portata a termine, nel senso che la vacanza è breve. Poi si torna (spesso stanchi più di prima) al lavoro.

Affrontare la vacanza in prospettiva antropologica vuol dire anzitutto interrogarsi sul mito dell'Eden e sulla nostra breve latitanza rispetto all'ordine della produttività . Il "sistema" ha colonizzato il nostro immaginario: in trasferta nelle Alpi o ai Caraibi, ci aspettiamo paradisi e "autenticità " che non esistono se non nella nostra fantasia. Il "sistema" incoraggia le nostre evasioni, perché dobbiamo tornare al lavoro rigenerati...