Zitto e cammina

4 lug 2020

Zitto e cammina

"L'innocente divertimento della campagna è divenuto a dì nostri una passione, una mania, un disordine. L'ambizione ha penetrato nelle foreste: i villeggianti portano seco loro in campagna la pompa ed il tumulto della città ...". Così scrive il commediografo veneziano Carlo Goldoni nella pièce Le smanie per la villeggiatura (pubblicata nel 1773... sì, avete letto bene, 232 anni fa). Ora sostitute la parola montagna alla parola campagna. Funziona, eccome.
Nell'immaginario collettivo la montagna è silenzioso paradiso, cura per i mali della civiltà , rifugio dei valori. Ma tale immaginario, paradossalmente, cozza proprio con gli effetti del nostro comune desiderio di salirci, di andarci a divertire. L'antitesi tra la montagna mistica e la montagna ludica non è una contraddizione dei nostri tempi, ma ha una lunga storia. Per scalatori e scrittori come Leslie Stephen, sin dall'Ottocento le Alpi sono il parco giochi d'Europa. Per John Ruskin e per Eugen Lammer dovrebbero rimanere inviolate. Un tempo, tradizionalmente, in montagna veniva raccomandata la precauzione di parlare a bassa voce, poiché i rumori possono provocare valanghe. Questa profilassi del silenzio è diventata cultura, generando anche un approccio magico-religioso: l'alpe nasconde forze misteriose che, a seconda del comportamento del montanaro, portano disgrazia o prosperità . Oggi assistiamo a una sorta di rivincita sportiva sulla millenaria soggezione che l'uomo prova per la montagna. La pendenza è diventata gioco. Vecchi e nuovi mezzi di trasporto salgono e scendono con rapidità . Chiassosi intrattenimenti la assimilano alla città . Ma è questa la montagna che vogliamo? Zitto e cammina! - imperativo ironico, naturalmente - è un appuntamento di antropologia del turismo. Una piccola riflessione, con l'ausilio di immagini antiche e moderne, sull'escursionismo attento. Per un modo di camminare sobrio e silenzioso. Non si tratta certo di museificare la montagna, ma di capire che la vera ricchezza delle Alpi è l'ambiente naturale, un bene rifugio, proprio come il silenzio, di cui in futuro avremo sempre più bisogno.