Il teatro della montagna
Intervento al Convegno di studi “La montagna immaginata”, Belluno, 15 ottobre 2021.
Il teatro della montagna è un teatro territoriale dove siamo tutti al contempo attori e spettatori. È un allestimento scenico dove recitiamo la nostra parte, il nostro copione, con minore o maggiore consapevolezza. Alpinisti ed escursionisti, cacciatori e rifugisti, turisti che amano oppure detestano i residenti, indigeni a cui i turisti piacciono e indigeni a cui stanno antipatici. Idem per gli orsi: ci sono quelli a cui stanno simpatici e quelli no.
Siamo tutti - più o meno consapevolmente - portatori di interessi (o di disinteressi) particolari e di un immaginario stratificato. C’è chi segue le tradizioni, adattandosi in qualche modo agli scossoni dei tempi che cambiano, e chi abbraccia decisamente l’innovazione.
La metafora finisce qui: non c’è una regia teatrale, la regia la facciamo noi, con le nostre scelte. Noi che decidiamo degli sviluppi della montagna. Noi che la comunichiamo.
Presentazione del convegno a cura di Diego Cason:
I monti hanno sempre sollecitato l’immaginario magico, mitico e onirico umano. Allo stesso tempo hanno suscitato l’interesse economico, scientifico e ludico e hanno assunto molteplici funzioni concretissime e reali a fianco di altre fantastiche e illusorie. Quanto più la modernità allontana gli uomini dal territorio che li ospita, tanto più questi proiettano sugli ambienti naturali le proprie aspirazioni, i propri sogni e desideri. Dal momento in cui sono diventate oggetto dei desideri umani la produzione di immagini delle montagne s’è ulteriormente moltiplicata perché le moderne tecniche di pubblicità e di vendita hanno bisogno di creare desideri al fine di poter produrre le merci che li soddisfino. Così, tra immagini mitiche ereditate dal passato e la profusione di immagini legate al marketing delle vacanze, sempre meno persone conoscono, nell’intima e concreta realtà, i monti. Intervengono: Duccio Canestrini, Ugo Morelli, Christian Arnoldi, Pietro Lacasella, Sara Luchetta, Paolo Carera e Fabiola De Battista. Evento organizzato in collaborazione con la Fondazione Dolomiti UNESCO