Questa sezione non è un blog, è proprio un BLOB come un pentolone in ebollizione, pieno di ingredienti, pubblicazioni, video, interviste, idee assortite. Qui sono raccolti alcuni miei lavori, divisi per categorie: scritti, documentari, incontri, ecc. Vedere per credere :-)
Un'epidemia globale è uno shock antropologico. Per ciascuno di noi è stato anche uno shock psicologico, personale. Da una parte è tempo di prendere le distanze da una narrativa catastrofista, della serie dacci oggi il nostro panico quotidiano. Dall'altra la reazione non può essere un inconsapevole oblio, una rimozione.
Fino a qualche mese fa infilavamo le melanzane dentro sacchetti biodegradabili e compostabili. Convinti che fosse giusto perché di Terra ce n'è una sola. E sarebbe (stato) stupido inquinarla. Oggi in Italia buttiamo a casaccio 20 milioni al giorno di guanti di gomma che finiranno in mare, in bocca alle testuggini.
Via dalla pazza folla, finalmente. A nessuno piacciono le città d'arte, le piscine, i campeggi e i buffet stracolmi di gente. Fino all'anno scorso si parlava di overtourism, di troppo turismo. Nei convegni ci si confrontava, preoccupati, sul collasso delle città sotto l'onda d'urto di masse di visitatori. E ora?
l'Adige, 11 ottobre 2020
La malattia non è soltanto una questione medica, è un fenomeno al contempo sociale, politico, economico. Ed è giusto raccontare anche le crisi, i dubbi, i sensi di colpa, gli abusi. Perché non si vive di soli allarmi. Non si vive di sola emergenza. L'Associazione nazionale professionale italiana di Antropologia (ANPIA) in un report intitolato "La società in provetta" ha analizzato questa situazione, il timore del contagio, le nuove fobie, le conseguenze del distanziamento fisico. In breve, l'impatto sociale del covid.